domenica 27 dicembre 2009

Programma orari di fine Anno

Buongiorno Cari Clienti, in vista della fine del 2009 Vi comunichiamo i nostri orari di apertura in modo da poter trovare sempre disponibile il Vostro
Babà preferito.

- il 31 dicembre 2009 osserveremo un orario continuato dalle 7:30 alle 20:00;
- il 1 gennaio 2010 saremo aperti solo dalle
7:30 alle 14:00.

Vi aspettiamo per gli Auguri e per lasciarVi un gradito omaggio

domenica 22 novembre 2009

domenica 1 novembre 2009

ricordiamo che oggi sono tutti i Santi


occhio al torroncino


buongiorno cari lettori,
stamane Vi presentiamo e ricordiamo che a S.Martino onde evitare spiacevoli sorprese, Vi consigliamo di passare da noi per omaggiare ed accontentare le Vostre dolci mogli.

sabato 3 ottobre 2009

domenica 4 ottobre


tanti Auguri a tutti i Franceso e Francesca

sabato 26 settembre 2009

LA DOMENICA OSSERVIAMO "ORARIO CONTINUATO"


Cari clienti, non affrettatevi la domenica riposate e passate da noi quando volete siamo aperti dalle 7 alle 20.....Vi aspettiamo

domenica 20 settembre 2009

oltre u' Babà pur' u' cornett' t' puo' magna'


ricordiamo a tutta la nostra clientela che tutte le mattine sono disponibili cornetti caldi e fragranti ai gusti cioccolato, marmellata, crema e vuoti.
Vi aspettiamo !!!

domenica 6 settembre 2009

CHI HA INVENTATO IL BABA' ?


ecco l'inventore del BABA'.....

LA STORIA DEL BABA'

“C’era una volta....un Re, diranno i miei piccoli amici”. Così comincia Pinocchio, una delle favole più belle della storia.
Nella storia del babà il Re c’è davvero, e non è un personaggio fiabesco: è nientedimeno che Stanislao Leszczinski, re di Polonia dal 1704 al 1735.
Stanislao era diventato re a meno di trent’anni, grazie all’appoggio di Carlo XII di Svezia. Qualche anno dopo (era il 1735) Pietro il Grande, Zar di tutte le Russie, si dimostrò molto più grande del re svedese e di quello polacco: insieme ai suoi alleati, la Prussia e l’Austria, mosse loro guerra, e li sconfisse. Stanislao però non era uno qualunque. Era il suocero di Luigi XV di Francia, che aveva sposato sua figlia Maria. Per questo motivo, dopo averlo detronizzato, come contentino gli diedero il Ducato di Lorena. Lui non ne fu troppo contento, ma si adeguò.
Privato del Regno di Polonia, e costretto in un quel piccolo regno privato, Stani si annoiava. Siccome c’aveva un sacco di tempo libero, si circondò di filosofi e scienziati, e si mise a studiare. Studia che ti studia, finì per mettere a punto un programma di collaborazione internazionale e di integrazione europea: la prima versione della UE, a memoria d’uomo.
Sulla carta, il progetto era splendido, ma l’ex monarca sapeva di non avere alcuna possibilità di attuarlo: era senza corona, e quindi senza alcun peso.
Questo stato di cose gli dava molta amarezza. Per combatterla, Stanislao aveva bisogno tutti i giorni di qualcosa di dolce. Accontentarlo,però, non era facile: i pasticcieri lorenesi dovevano lambiccarsi continuamente il cervello per preparargli qualcosa di nuovo.
Ma di fantasia ne avevano pochina, e così due giorni su tre al povero ex sovrano veniva servito il “kugelhupf”, un dolce tipico di quel territorio, fatto di con farina finissima, burro, zucchero, uova e uva sultanina. All’impasto veniva aggiunto lievito di birra, fino ad ottenere una pasta soffice e spugnosa. Stanislao il kugelhupf non lo poteva soffrire. Non che fosse cattivo: ma era, come dire, un po’ fesso, privo di personalità. E poi era asciutto, ma così asciutto che si appiccicava al palato. E non gli piacque nemmeno quando fu bagnato con una salsa di vino Madera, zucchero e spezie.
Spesso non l'assaggiava nemmeno.
Poi tornava ai suoi progetti per un mondo più giusto, senza vincitori né vinti (così quei maledetti che l’avevano sbattuto laggiù sarebbero stati serviti).
Insomma, Stanislao Leszczinski viveva in una prigione: dorata, ma pur sempre una prigione. E’ comprensibile perciò che ogni tanto, per non pensare al passato, che gli faceva tristezza, e al futuro, che gli faceva paura, alzasse un po’ il gomito.
Fedele ai suoi ideali di uguaglianza, beveva di tutto: a cominciare dai vini della Mosa e della Mosella, orgoglio della Lorena. Ma poichè da quelle parti gli inverni sono lunghi, freddi e nevosi, spesso gli ci voleva qualcosa di più forte. E lui l’aveva trovato: era il rhum, un’acquavite derivata dalla canna da zucchero, importata dalle Antille. Era buono, era tosto, e quindi era proprio quel che ci voleva.
Un giorno Stanislao, che aveva già ingollato vari bicchierini di rhum, si accorse di avere una gran voglia di un buon dolce. Di qualcosa di veramente speciale. Perciò, quando il suo maggiordomo gli piazzò sotto il naso l’ennesima porzione di kugelhupf, l’allontanò rabbioso.Poi impadronitosi del piatto che il servitore teneva timoroso tra le mani, lo scagliò sulla tavola, lontano da sé.
Il piatto terminò la sua corsa contro la bottiglia di rhum posata lì accanto, e la rovesciò. Prima che qualcuno potesse intervenire a risollevarla, il liquore aveva completamente inzuppato il kugelhupf.
Sotto gli occhi ancora corrucciati di Stanislao ebbe luogo una straordinaria metamorfosi: la pasta lievitata dell’insipido dolce lorenese, per solito di colore giallastro, assunse rapidamente una tonalità calda, ambrata, e un profumo inebriante comincò a diffondersi intorno.
Nella sala da pranzo c’era un silenzio che si sarebbe potuto tagliare col coltello. Invece Stanislao, sotto lo sguardo stupefatto della servitù, sollevò il cucchiaino d’oro (la mano gli tremava un po’), prelevò qualche frammento di questa Chimera: di quest’ibrido che si era materializzato sotto i suoi occhi, e lo portò alla bocca.
Quel che provò lo sappiamo. Lo abbiamo provato tutti la prima volta che lo abbiamo assaggiato il babà. Perché nessuno può dimenticare il primo istante in cui si è trovato faccia a faccia con Lui (nessuno, tranne i napoletani: in genere, per loro questo momento arriva quando sono troppo piccoli per ricordarsene).
Fu questa, una giornata memorabile per l’umanità.
All’invenzione casuale del dolce inventato dal Re polacco tra le brume della Lorena: mancava il nome.Fu sempre Re Stanislao a dedicare questa sua creazione ad Alì Babà, protagonista del celebre racconto tratto da “ Le Mille e Una Notte”. Libro che il sovrano amava leggere e rileggere nel suo lungo soggiorno a Luneville .
Il babà da Luneville arrivò presto a Parigi,alla pasticceria Sthorer. Qui in tanti lo conobbero e lo apprezzarono. A portarlo successivamente a Napoli,dove assunse la forma definitiva assai caratteristica (quella di un fungo) furono i “monsù”,chef che prestavano servizio presso le nobili famiglie napoletane.
E da allora il babà elesse Napoli a proprio domicilio stabile. Un’ultima considerazione: nella cucina napoletana esiste più d’un dolce che – per il suo sapore – “po’ ghì annanz’o Rre”: può essere presentato al re. Ma il babà è l’unico dolce che dinanzi al Re non c’è andato: c’è nato.
P.S.: I progetti utopistici di Re Stanislao si realizzarono in pieno: di fronte a una guantiera di babà tutte le controversie si appianano, e la Pace e la Concordia regnano sovrane.
Un grande sapore ha sempre la meglio sui dissapori: grandi o piccoli che siano.

domenica 23 agosto 2009

sono finite le babà vacanze


dal 23 agosto 2009 osserveremo i nostri normali orari di apertura, Vi ringraziamo per averci contattato telefonicamente durante le nostre babà vacanze

mercoledì 29 aprile 2009

martedì 21 aprile 2009

sabato 11 aprile 2009

il nostro programma Pasquale

sabato 11 Aprile osserveremo un orario continuato;
domenica 12 Aprile saremo aperti solo
dalle 7 del mattino alle 14e30;
lunedì 13 Aprile saremo aperti solo
dalle 7 del mattino alle 14e30.

mercoledì 8 aprile 2009

Colombe ed Uova Pasquali


Le nostre Colommbe Pasquali sono disponibili in due versioni, quella classica ed al cioccolato.
Mentre le Uova di nostra produzione sono prodotte con delicato cioccolato al latte, fondente e ripiene di mandorle e nocciole.

venerdì 3 aprile 2009

domenica 5 aprile c'e' una sorpresa per te


domenica 5 aprile in occasione della domenica delle Palme, la Pasticceria Babà Napoli invita tutti i clienti alla degustazione dell'artigianale Colomba .....
non mancate

martedì 31 marzo 2009

per i tuoi dolci regali Pasquali




oltre alle colombe Pasquali vi offriamo una vasta scelta di prodotti di nostra produzione, preparati e confezionati artigianalmente, vieni a visitarci e scoprirai la nostra regalistica Pasquale

le nostre Colombe Pasquali Artigianali


finalmente pronte per voi....le nostre colombe Pasquali sono disponibili in 2 gusti, classica con uvetta e canditi ricoperta di glassa e mandorle ed al cioccolato

domenica 29 marzo 2009

degustazione della nostra colomba artigianale


questa mattina domenica 29 marzo 2009, Vi aspettiamo nella nostra Pasticceria per la presentazione e degustazione della tipica, artigianale e tradizionale Colomba Pasquale

sabato 28 marzo 2009

avete voglia del babà con la panna?


oggi è il vostro giorno fortunato!
venite a visitarci e li troverete in 2 gusti diversi.....

venerdì 27 marzo 2009

la storia del Babà


C’era una volta....un Re, diranno i miei piccoli amici”. Così comincia Pinocchio, una delle favole più belle della storia.Nella storia del babà il Re c’è davvero, e non è un personaggio fiabesco: è nientedimeno che Stanislao Leszczinski, re di Polonia dal 1704 al 1735.Stanislao era diventato re a meno di trent’anni, grazie all’appoggio di Carlo XII di Svezia. Qualche anno dopo (era il 1735) Pietro il Grande, Zar di tutte le Russie, si dimostrò molto più grande del re svedese e di quello polacco: insieme ai suoi alleati, la Prussia e l’Austria, mosse loro guerra, e li sconfisse. Stanislao però non era uno qualunque. Era il suocero di Luigi XV di Francia, che aveva sposato sua figlia Maria. Per questo motivo, dopo averlo detronizzato, come contentino gli diedero il Ducato di Lorena. Lui non ne fu troppo contento, ma si adeguò.Privato del Regno di Polonia, e costretto in un quel piccolo regno privato, Stani si annoiava. Siccome c’aveva un sacco di tempo libero, si circondò di filosofi e scienziati, e si mise a studiare. Studia che ti studia, finì per mettere a punto un programma di collaborazione internazionale e di integrazione europea: la prima versione della UE, a memoria d’uomo.Sulla carta, il progetto era splendido, ma l’ex monarca sapeva di non avere alcuna possibilità di attuarlo: era senza corona, e quindi senza alcun peso.Questo stato di cose gli dava molta amarezza. Per combatterla, Stanislao aveva bisogno tutti i giorni di qualcosa di dolce. Accontentarlo,però, non era facile: i pasticcieri lorenesi dovevano lambiccarsi continuamente il cervello per preparargli qualcosa di nuovo.Ma di fantasia ne avevano pochina, e così due giorni su tre al povero ex sovrano veniva servito il “kugelhupf”, un dolce tipico di quel territorio, fatto di con farina finissima, burro, zucchero, uova e uva sultanina. All’impasto veniva aggiunto lievito di birra, fino ad ottenere una pasta soffice e spugnosa. Stanislao il kugelhupf non lo poteva soffrire. Non che fosse cattivo: ma era, come dire, un po’ fesso, privo di personalità. E poi era asciutto, ma così asciutto che si appiccicava al palato. E non gli piacque nemmeno quando fu bagnato con una salsa di vino Madera, zucchero e spezie.Spesso non l'assaggiava nemmeno.Poi tornava ai suoi progetti per un mondo più giusto, senza vincitori né vinti (così quei maledetti che l’avevano sbattuto laggiù sarebbero stati serviti).Insomma, Stanislao Leszczinski viveva in una prigione: dorata, ma pur sempre una prigione. E’ comprensibile perciò che ogni tanto, per non pensare al passato, che gli faceva tristezza, e al futuro, che gli faceva paura, alzasse un po’ il gomito.Fedele ai suoi ideali di uguaglianza, beveva di tutto: a cominciare dai vini della Mosa e della Mosella, orgoglio della Lorena. Ma poichè da quelle parti gli inverni sono lunghi, freddi e nevosi, spesso gli ci voleva qualcosa di più forte. E lui l’aveva trovato: era il rhum, un’acquavite derivata dalla canna da zucchero, importata dalle Antille. Era buono, era tosto, e quindi era proprio quel che ci voleva.Un giorno Stanislao, che aveva già ingollato vari bicchierini di rhum, si accorse di avere una gran voglia di un buon dolce. Di qualcosa di veramente speciale. Perciò, quando il suo maggiordomo gli piazzò sotto il naso l’ennesima porzione di kugelhupf, l’allontanò rabbioso.Poi impadronitosi del piatto che il servitore teneva timoroso tra le mani, lo scagliò sulla tavola, lontano da sé.Il piatto terminò la sua corsa contro la bottiglia di rhum posata lì accanto, e la rovesciò. Prima che qualcuno potesse intervenire a risollevarla, il liquore aveva completamente inzuppato il kugelhupf.Sotto gli occhi ancora corrucciati di Stanislao ebbe luogo una straordinaria metamorfosi: la pasta lievitata dell’insipido dolce lorenese, per solito di colore giallastro, assunse rapidamente una tonalità calda, ambrata, e un profumo inebriante comincò a diffondersi intorno.Nella sala da pranzo c’era un silenzio che si sarebbe potuto tagliare col coltello. Invece Stanislao, sotto lo sguardo stupefatto della servitù, sollevò il cucchiaino d’oro (la mano gli tremava un po’), prelevò qualche frammento di questa Chimera: di quest’ibrido che si era materializzato sotto i suoi occhi, e lo portò alla bocca.Quel che provò lo sappiamo. Lo abbiamo provato tutti la prima volta che lo abbiamo assaggiato il babà. Perché nessuno può dimenticare il primo istante in cui si è trovato faccia a faccia con Lui (nessuno, tranne i napoletani: in genere, per loro questo momento arriva quando sono troppo piccoli per ricordarsene).Fu questa, una giornata memorabile per l’umanità.All’invenzione casuale del dolce inventato dal Re polacco tra le brume della Lorena: mancava il nome.Fu sempre Re Stanislao a dedicare questa sua creazione ad Alì Babà, protagonista del celebre racconto tratto da “ Le Mille e Una Notte”. Libro che il sovrano amava leggere e rileggere nel suo lungo soggiorno a Luneville .Il babà da Luneville arrivò presto a Parigi,alla pasticceria Sthorer. Qui in tanti lo conobbero e lo apprezzarono. A portarlo successivamente a Napoli,dove assunse la forma definitiva assai caratteristica (quella di un fungo) furono i “monsù”,chef che prestavano servizio presso le nobili famiglie napoletane.E da allora il babà elesse Napoli a proprio domicilio stabile. Un’ultima considerazione: nella cucina napoletana esiste più d’un dolce che – per il suo sapore – “po’ ghì annanz’o Rre”: può essere presentato al re. Ma il babà è l’unico dolce che dinanzi al Re non c’è andato: c’è nato.P.S.: I progetti utopistici di Re Stanislao si realizzarono in pieno: di fronte a una guantiera di babà tutte le controversie si appianano, e la Pace e la Concordia regnano sovrane.

mercoledì 25 marzo 2009

sabato 21 marzo 2009

finalmente sabato.....finalmente babà alla panna e non solo


è sabato!!! oggi vi daremo la possibilità di deliziarvi con i nostri babà alla panna, ma state attenti oltre ad essi, troverete insieme alle altre specialità il tronco babà alla panna e nutella.....na squisitezza'

giovedì 12 marzo 2009

Zeppole fritte ed al forno


per la festività di San Giuseppe del 19 marzo 2009, la Pasticceria Vi consiglia di ordinare o prenotare le nostre tradizionali ed artigianali Zeppole con la crema.....Vi aspettiamo

il cornetto artigianale di nostra produzione


Se una bella giornata vuoi cominciare, il cornetto della Pasticceria Babà Napoli devi mangiare!
Cari Clienti stiamo promuovendo questo magnifico prodotto di nostra produzione garantendoVi il massimo della genuinità e delle digeribilità.....
venite a gustarlo oltre alla qualità anche il prezzo Vi stupirà!

comunicazione alla Clientela


gentili Clienti Vi ricordiamo che la

Domenica la Pasticceria osserva l'orario continuato per rispettare tutti i Vostri impegni e farVi deliziare con i nostri Babà.

mercoledì 11 marzo 2009

Finalmente riepre le porte ai suoi Pellegrini il Convento di S. Francesco e S. Antonio




Ancora pochissimi giorni e la Chiesa, ora eletta “Santuario”, di San Francesco e Sant’Antonio sarà restituita alla sua città. In attesa del grande evento, fissato per il 14 marzo, fervono i preparativi, ormai in fase di ultimazione. Nulla sarà lasciato al caso, ogni dettaglio sarà curato nei minimi particolari.Nel giorno in cui il Santuario riaprirà le sue porte al culto, dopo il disastroso terremoto del 1980, confluiranno a Cava almeno 30mila pellegrini. Al fine di gestire al meglio l’affluenza dei visitatori, ieri mattina in Comune è stato approvato un piano di mobilità speciale affinché non si verifichino incresciosi problemi di traffico in un giorno così importante.L’area mercatale sarà riservata al parcheggio per i bus di linea provenienti da nord, e da qui i pellegrini saranno trasportati in Piazza San Francesco da apposite navette della Metellia Servizi e del Cstp. I bus di linea provenienti da sud, invece, potranno parcheggiare nel primo tratto del sottovia veicolare, che per la particolare occasione verrà aperto. Rimarrà chiuso, invece, il parcheggio di Piazza San Francesco, onde evitare intralci alle manifestazioni religiose. Anzi, per meglio consentire la fruizione delle celebrazioni, i frati francescani hanno pensato di suddividerlo in aree distinte in cui ospitare separatamente le famiglie, le associazioni e le case di riposo. A loro è stata inviata una comunicazione scritta su dove collocarsi.La Metellia Servizi, intanto, mirando ad ampliare quanto più possibile lo spazio disponibile, sta provvedendo ad eliminare l’aiuola centrale, il cui obelisco, in seguito ad accordi tra Comune, frati e Soprintendenza, verrà posizionato sul sagrato della chiesa, ma anche a restringere una seconda aiuola, con al centro una fontana.Predisposta, ancora, la chiusura al traffico, nel giorno tanto atteso, dalle ore 16 alle ore 23, sia del primo tratto di Corso Umberto I sia di via XXIV Maggio, tra la piazza e via Pellegrino, al fine di lasciare liberi da veicoli gli spazi intorno alla chiesa. Vi potranno accedere solo quelli di servizio, come le ambulanze.Tante le autorità invitate all’evento, che saranno accolte a Palazzo di Città, da dove partirà un lungo corteo. Previsto anche l’impiego dei volontari della Protezione Civile ed un servizio straordinario della Polizia Locale.Domani, intanto, padre Luigi Petrone, vero artefice della rinascita del convento, riceverà a Palazzo di Città, per mano del sindaco Luigi Gravagnuolo, un’importante onorificenza in segno di riconoscimento del forte coraggio e dell’instancabile impegno mostrato per la realizzazione dell’opera.Dopo l’elezione a “Santuario”, il convento di San Francesco, insieme a quelli di Assisi e Padova, rientra tra le chiese che il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati minori, padre Josè Rodriguez Carballo, ritiene primarie «per devozione, afflusso di popolo e culto secolare».

che.....Delizie.....


sabato 7 marzo 2009

viva la Panna

l'appuntamento è fissato per le 12 di stamane (sabato 7 marzo 2009) per gustare il Babà Mignon alla Panna